Resistere al ragazzaccio sexy della porta accanto dovrebbe essere facile… o no?
Tabby ha passato la vita seguendo le regole e creandosi una vita regolare e disciplinata. Non ha niente che sia fuori posto, dal giardino agli affari all’inesistente vita amorosa. Tutto ciò, però, cambia quando un ragazzaccio motociclista coperto di tatuaggi si trasferisce alla porta accanto e getta la sua vita perfettamente ordinata nel caos.
Gray è sempre stato selvaggio, un ragazzo per cui la propria libertà conta più di ogni altra cosa. Ciò lo ha lasciato con una serie di avventure di una notte e nessuna intenzione di farsi mai legare. Ma non appena incontra la sua vicina nerd e castigata, non può negare quanto voglia vederla sciogliersi. Non vuole un per sempre, ma qualche notte non può far male.
Più tempo i due passano assieme, più cresce la sfrigolante attrazione tra loro. Anche mentre si ripetono che non può approdare a nulla, sia Tabby sia Gray si ritrovano a chiedersi… e se? Si arrenderanno e torneranno alle loro vite solitarie, o rischieranno tutto e si renderanno conto che c’è un motivo se gli opposti si attraggono?
General Release Date: 4th October 2022
Come è possibile che un uomo sia tanto attraente?
Tabby si rannicchiò sulla piccola sedia piazzata sul suo portico, una tazza di camomilla tra i palmi mentre guardava il suo vicino davanti al loro duplex in un modo che aveva dovuto convincersi non fosse inquietante.
Gray Conners. Il fastidioso motociclista coperto di tatuaggi che aveva messo sottosopra la sua vita fin da quando si era trasferito tre settimane prima.
Le mancava la sua vecchia vicina, la dolce anziana signora, Gayle, che non restava mai sveglia oltre le venti e teneva sempre potati i cespugli sul davanti della proprietà. Purtroppo, Gayle era andata a vivere con sua figlia, e il delinquente in piedi sul vialetto con i capelli più che un po’ arruffati e i pantaloni slacciati ma che comunque nascondevano in qualche modo tutte le parti importanti si era trasferito lì.
L’alta donna bionda con un petto che pareva sfidare la legge di gravità mise una mano sul petto nudo di Gray. Gayle non aveva mai fatto neppure quello. Aveva superato i giorni delle passeggiate della vergogna di prima mattina, ma a Gray piaceva farle sfilare davanti al duplex di Tabby ogni mattina.
E pur sapendolo, o forse proprio perché lo sapeva, Tabby beveva sempre la sua camomilla fuori sul davanti.
Si giustificava ricordando a sé stessa che aveva usato il portico anteriore per sorseggiare la camomilla del mattino fin da ben prima che lui arrivasse. Le piaceva iniziare la giornata con la quiete e la pace di un sole nascente. Il fatto che ora questo la lasciasse nella posizione perfetta per vedere l’ultima conquista di Gray… e di solito lui in qualche stato di peccaminoso deshabillé… era solo un fortunato bonus.
La bionda, Haylee a quanto aveva sentito prima, si sporse per un bacio. Gray non replicava spesso, ma Haylee era stata lì diverse volte. Deve piacergli.
Lui gliene diede uno, ma si ritrasse talmente in fretta che lei tentò di seguirlo. D’altra parte, a Tabby Gray dava l’idea del tipo a cui non piacessero i lunghi coinvolgimenti. In effetti, la quantità di volte in cui aveva visto quella bionda andarsene era sorprendente.
E per niente causa di gelosia. Se vuole fare la stupida e lasciare che un uomo come quello le rovini la vita, sono affari suoi.
Haylee si voltò e passeggiò lungo il vialetto… una vera, autentica passeggiata, come se stesse camminando lungo una passerella e non davanti a un duplex… con Gray che se ne rimase fermo finché non ebbe raggiunto la sua auto, posteggiata in strada.
Lui aveva i pollici infilati nei passanti dei jeans sbottonati, petto e piedi nudi come se si fosse messo addosso il minimo di vestiti necessario a non doversi preoccupare di essere arrestato.
E non importava quanto quell’uomo fosse fastidioso, quanto pigiasse ogni bottone nevrotico che aveva, Tabby non poteva negare che fosse piacevole da guardare. Aveva capelli castano scuro, spinti indietro lontani dal volto e più corti sui lati. Una barba gli copriva la linea della mascella, fitta abbastanza da dargli quel tocco selvatico ma corta abbastanza da evitare il look da montanaro. I suoi occhi erano di un luminoso blu ghiaccio che brillava al buio a prescindere da quanto lontano fosse. Dei tatuaggi ricoprivano il suo corpo muscoloso, dal collo alle nocche. Avevano vivide esplosioni di colore miste a neri profondi, e molti si fondevano tra loro. C’era un lupo sul suo fianco, il volto ululante sugli addominali scolpiti e il resto che spariva sotto la cintola dei pantaloni, pericolosamente bassa.
Ma fin dove scendono di preciso quei tatuaggi?
Il pensiero le fece prendere tra i denti il labbro inferiore, distratta da immagini che non riusciva a scacciare di lui e una qualche ragazza senza volto, delle cose che di certo avevano fatto la notte prima. Tabby non aveva molta esperienza, quindi non dubitava che la sua immaginazione fosse il più castigata possibile, ma questo non toglieva nulla al suo desiderio mentre pensava alle sue fantasie banali.
Prima che potesse trattenerla, la tazza della camomilla le scivolò via dalle mani e si schiantò sul portico, andando in pezzi.
Tabby tirò su di scatto il piede per evitare il liquido bollente, maledicendosi per l’errore. Quando alzò lo sguardo, scoprì che il suo fastidiosamente distraente vicino stava guardando dritto verso di lei con un sorrisino che le diceva che era nei guai fino al collo.
Gray non aveva mai trovato un granché sexy l’essere nerd, quindi come mai non riusciva a smettere di pensare alla sua vicina?
Lei si vestiva senza stile, con deludenti e informi camicie e leggings pratici. I lunghi capelli castani le pendevano sempre attorno alle spalle, non abbastanza mossi da essere considerati ricci, ma neppure lisci. Occhiali dalla spessa montatura nera le stavano appoggiati sul naso, facendola sembrare giovane e maledettamente intelligente. Non era così giovane, non secondo sua zia Cindy, la padrona di casa. Tabby Kasey aveva venticinque anni e viveva lì da sette. Sulla carta, era la vicina perfetta.
Nella realtà, le sue occhiate acute e gli sguardi mai felici dicevano che non erano compatibili.
Il suo portico mantenuto alla perfezione, con le erbe fresche tutte in vasi coordinati senza un granello di terreno fuori posto, diceva la stessa cosa.
Gray non era il tipo di persona da cose perfette.
Nonostante questo, ogni volta che lei non si scioglieva per lui, ogni volta che non cedeva al suo sorriso per conquistarla, Gray si ritrovava un po’ più tentato.
Sua zia, che possedeva entrambe le metà del duplex, lo aveva avvertito della ragazza dolce ma severa che viveva alla porta accanto. Si era aspettato qualcuno che avrebbe odiato e, nonostante tutte le ragioni per cui avrebbe dovuto, la trovava molto più interessante di quanto ne avesse diritto.
Certo, sapeva che lei se ne stava seduta fuori quasi tutte le mattine, ma ignorare il suo piccolo voyerismo era semplice buona educazione. E poi, era abbastanza perverso da apprezzare il pubblico. Ma questo cosa diceva di lui? Che sospettava gli piacesse lo sguardo della sua vicina su di sé più di quanto gli piacesse Haylee, la ragazza con cui aveva fatto sesso?
Solo che, quando lei arrivò al punto di lasciar cadere la tazza, non riuscì più a continuare col gioco del “non ti vedo”.
E vedere il rosso affiorarle sulle guance? Ne è valsa la pena.
«Ti godi lo spettacolo?» Appoggiò la spalla all’angolo del duplex, appena fuori del portico di lei. Abbastanza vicino da darle una bella occhiata ma non tanto da starle addosso. Non era sicuro se starle addosso gli si sarebbe rivolto contro o meno, con lei.
E poi, non stava neppure cercando di fare nulla. Gli ci era voluta solo una bella occhiata a lei per sapere che non si sarebbero adattati, non avrebbero fatto altro che infastidirsi a vicenda.
Quello non significava che non potesse flirtare, però. Flirtare era come una battaglia, un meraviglioso botta e risposta che non mancava mai di attirarlo, e Tabby sembrava un’avversaria davvero divertente.
«Non è colpa mia. Sei tu quello che sta dando spettacolo qua fuori». Parlava in tono basso, come se lui dovesse essere imbarazzato dall’argomento.
«Tu sei qua fuori ogni mattina. Deve piacerti».
«Per niente». Si alzò in piedi, un maglione largo e informe che pendeva sulla sua struttura minuta con sotto un paio di leggings neri che non gli davano alcuna vera idea della sua figura. Peccato dubitasse che avrebbe avuto una possibilità di controllare meglio. «Se non ti spiace…»
Buffo come una frase tanto educata potesse essere borbottata con così tanto vaffanculo nel tono.
All’improvviso, voleva incasinarle un po’ la vita. Voleva storcere alcuni pezzi del suo mondo organizzato alla perfezione, per vedere il suo sorriso e la sua risata sciogliersi sotto le sue mani e labbra. Una ragazza così rigida sarebbe stata molto divertente.
«Verranno un po’ di persone venerdì prossimo. Non sarebbe da buon vicino non invitarti». Nel momento in cui l’invito uscì dalle sue labbra, si chiese che diavolo stesse facendo. Certo, a lei avrebbe potuto far bene un po’ di tempo col suo genere di persone, ma questo non la rendeva una buona idea.
Gli occhi di lei si sgranarono per la sorpresa prima che si ritirasse. «No, grazie».
Ed eccola lì di nuovo, quell’impressionante capacità di far suonare un’affermazione educata come un’imprecazione. Non che la risposta l’avesse sorpreso. Lei non gli sembrava il tipo di ragazza che passava a prendere una birra.
Lei raccolse i grossi pezzi di ceramica della tazza rotta prima di infilarsi di nuovo in casa, lasciandolo da solo nella luce del primo mattino, con il residuo profumo della sua camomilla.
La sua risposta era stata la cosa migliore, ma cazzo se era deluso.